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CINECIBO AWARD – DIGITAL EDITION 2020

Cinecibo Award è una serata di gala che si svolge annualmente a Roma, durante la quale il presidente onorario Michele Placido, su indicazione di una giuria selezionata, premia i film a tema gastronomico, il tutto accompagnato dalla degustazione di prodotti enogastronomici di pregio.

 Questa edizione invece è stata speciale, l’evento è stato realizzato in versione digitale.

Aperta dal saluto di Michele Placido e condotta da Laura e Silvia Squizzato insieme a Donato Ciociola, ideatore di Cinecibo,  la cerimonia di assegnazione dei ‘Cinecibo Awards Digital Edition’ si è svolta il 18 dicembre con diretta facebook.

Il premio come miglior film della stagione, assegnato al  produttore Marco Belardi è andato a Gli anni più belli’. La pellicola è riuscita a “riassumere magnificamente un lungo periodo della nostra vita, attraversando ceti sociali diversi, stili di vita e amicizia oltre il tempo. Una commedia che racconta, anche attraverso scene legate alla gastronomia, quarant’anni di storia d’Italia, con una narrazione delicata e profonda che scava negli abissi dell’anima e recupera i valori umani più veri”. Premiato per lo stesso film anche il regista Gabriele Muccino, al quale è andato il Cinecibo Award alla carriera.

Il Cinecibo Award per migliore attrice è andato a Paola Cortellesi. Nel film “Figli“, con una interpretazione magistrale è riuscita, nel ruolo di Sara, ad andare contro i canoni narcisistici odierni, ponendo attenzione alla cura del cibo come sinonimo di amore e senso della comunità.

Durante la serata ci sono stati collegamenti con i direttori artistici di alcuni festival aderenti al progetto Cinecibo in Tour. Tra questi Nicola Timpone di “Marateale”, Maddalena Mayneri di “Cortinametraggio”, Alberto La Monica del “Festival Europeo del Cinema”, Antonio Flamini del “Terre di Siena Film Festival”.

 Quest’anno il Cinecibo Award per miglior documentario è andato a Pasta Imperiale di Peter Heller, un viaggio tra presente, passato e futuro di quattro emigrati italiani che hanno influenzato e cambiato il gusto e le abitudini dei tedeschi a tavola, mentre il Cinecibo Award per l’enogastronomia è stato assegnato a Marco Bianchi, per il suo impegno nella promozione dei fattori protettivi della dieta e delle regole della buona alimentazione attraverso consigli gastronomici che aiutano a prevenire le patologie più comuni valorizzando i prodotti tipici, nel rispetto della territorialità e della stagionalità.

Un festival in una nuova veste, totalmente diversa che ha ricevuto lo stesso successo delle edizioni in presenza.

Di seguito tutti i premiati

Miglior Film, “Gli anni più belli” per il quale verrà premiato il produttore Marco Belardi

Cinecibo Award alla carriera, Gabriele Muccino

Migliore Attrice,  Paola Cortellesi per “Figli” 

Miglior Regista,  Giampaolo Morelli  per “7 ore per farla innamorare”

Miglior Attore ex aequo, Max Tortora e Stefano Fresi  per “Il Regno”

Exploit Exploit Young Cinecibo Award, Fotini Peluso per “Il Regno”

Best Comic Actor, Ricky Memphis per “Un figlio di nome Erasmus”

Icon Tv Fiction, Lillo (Pasquale Petrolo) per “Permette? Alberto Sordi”

Miglior Sceneggiatore, Gianluca  Ansanelli per “7 ore per farla innamorare” e “Un figlio di nome Erasmus”.

Migliore Casting Director, Teresa Razzauti

Exploit International Cinecibo Award ad Andrea Iervolino

WebComic, Nonna Rosetta e Casa Surace

Cinecibo Award per l’enogastronomia, Marco Bianchi

 Miglior Documentario, Pasta Imperiale di Peter Heller

Best Short Award, It’s Real Love, di Rocco Giurato 

Miglior programma televisivo gastronomico, Marco Lombardi per ‘Come ti cucino un film’, Gambero Rosso Channel

 

 

 

Raffaela Anastasio

The Sun’s Smile

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VISTO PER VOI – DON CHISCI@TTE

In scena al Teatro Golden di Roma dal 26 novembre al 15 Dicembre Don Chisci@tte  di Nunzio Caponio regia di Davide Iodice con Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi.

Testo liberamente ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes.

 

Lo spettatore entra in sala e si accorge che non vi è sipario, non vi è un vero e proprio palco, non ci sono barriere tra lui e la scena.

Scenografia essenziale, un letto sul quale vi è un uomo che riposa, sulla parete due armature, forse, fatte con cuscini e altro materiale da riciclo, una pianola, una cassetta della frutta come sgabello, un tavolo con degli attrezzi, delle  luci neon intermittenti ed una telecamera.

Il Don Chisciotte moderno ( Alessandro Benvenuti) sembra essere molto social, non esce mai da quella stanza ma comunica con il mondo tramite il suo Canale Youtube, ed è in compagnia del suo scudiero, (Stefano Fresi) che si rivelerà poi, di piu’ di un semplice scudiero.

Un pretesto, la mancanza della mortadella come farcitura in un panino, permette ai due personaggi di interrogarsi sui meccanismi del mondo, i Social che distruggono le vere emozioni e le nascondono dietro artefatte immagini, sui governi che tendono a volere “Zombie” al contrario, ossia vivi fuori e morti dentro.

” La realtà è ben diversa da quella che ci fanno percepire”

I mulini a vento, che il moderno Don Chisciotte combatte, sono costituiti dalle svariate contraddizioni del nostro tempo, quelle che ci “spengono i neuroni”, e che solo l’Amore è capace di riattivare.Tra dialoghi surreali, a tratti piacevolmente folli  e passionali, lo spettacolo trasmette molte lezioni di vita.Un testo impegnativo, una storia di una profondità incredibile e dalle infinite chiavi di lettura, che spiazzerà, chi come me, era arrivato in sala pensando ad un semplice spettacolo comico.

Una rappresentazione di questo tipo può essere sorretta soltanto da chi ha scelto di fare il mestiere dell’Attore, con passione , dedizione e lealtà, proprio come Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi, che hanno messo il cuore nelle mani dello spettatore, che ha apprezzato la loro generosità in scena.

 

 

Teatro Golden 

via Taranto 36,

0670493826

info@teatrogolden.it

dal 26 novembre al 15 Dicembre Don Chisci@tte 

 

 

 

The Sun’s Smile

Raffaela Anastasio

 

 

 

 

 

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Visto per Voi – Smetto quando voglio Ad Honorem

Dal 3 Dicembre al cinema ritorna la banda delle “menti più brillanti d’Italia” diretti da Sydney Sibilia per l’ultimo capitolo di ” Smetto quando voglio Ad Honorem.

Smetto quando voglio Ad honorem vede la banda di cervelloni incompresi, capitanata dal neurobiologo Pietro Zinni (Edoardo Leo), riunirsi per l’ultima sconsiderata impresa. Dietro le sbarre del carcere di Rebibbia, le menti brillanti escogitano un modo per evadere di prigione e sventare i piani del terribile Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), intenzionato a fare una strage, per vendicare la morte della sua compagna a causa di un sistema non funzionante. Accanto all’ex produttore di smart drugs ritroviamo il chimico Alberto (Stefano Fresi), i due latinisti Mattia (Valerio Aprea) e Giorgio (Lorenzo Lavia), l’impacciato antropologo Andrea (Pietro Sermonti), il timido archeologo Arturo (Paolo Calabresi), l’avventato economista Bartolomeo (Libero De Rienzo), insieme con il dottor Giulio (Marco Bonini), il professor Lucio (Giampaolo Morelli) e l’avvocato Vittorio (Rosario Lisma). Impegnata a chiudere i conti col passato, la gang di ricercatori è costretta ad allearsi con il nemico di sempre, il boss malavitoso con una laurea in ingegneria navale, “Er Murena” (Neri Marcorè). Per salvare la città, dovranno mettere da parte le divergenze, anticipare le mosse di Mercurio e cercare di capire come neutralizzare l’attacco che il cattivo più cattivo di tutti sta mettendo in piedi, un evento in cui potrebbero essere coinvolte molte persone.

Impossibile non andare ad assistere all’ultimo episodio ideato dal giovane regista campano Sibilia.

Il terzo capitolo si apre cercando di rimettere in fila alcuni passaggi importanti, per rinfrescare la mente degli spettatori: quindi viene raccontata la storia di Walter Mercurio, e di “Er Murena” che come gli altri protagonisti, hanno un passato all’interno del mondo accademico italiano. Un film veloce, energico, in cui ci si coalizza, si evade, si prende la metro e si partecipa a spettacoli teatrali, si evitano stragi, ci si immedesima, si ride e si riflette. Un film divertente, con attori che non perdono un colpo per dimostrare la loro capacità di immedesimazione. Una commedia che è un perfetto mix tra il tragico ed il comico. Il pubblico si ritrova alla fine del film con il sorriso sul viso ed un’ampia riflessione su di una realtà che coinvolge il nostro paese.

Le menti brillanti che ci hanno accompagnato in tre film ci mancheranno.

 

Smetto quando voglio in sala dal 3 dicembre al cinema.

 

The Sun’s Smile

Raffaela Anastasio

 

 

 

Visto per Voi – In Arte Nino

Alla terza edizione del ” Perugia Love Film Festival” è stata proposta la visione di “In arte Nino”, film per la tv, diretto da Luca Manfredi, scritto ed interpretato da Elio Germano.

In 100 minuti “In arte Nino” racconta gli anni della formazione e degli esordi di Manfredi, dal 1939 al 1959.

Il film si apre con il protagonista Saturnino, che si trova in un ospedale romano, ammalato di tubercolosi, dove ha lottato a lungo per la propria sopravvivenza, senza perdere mai la forza vitale, che lo spingeva a strappare un sorriso ai compagni di “sventura”, anche nei momenti più drammatici, con una battuta e una canzone suonata alla chitarra. Da lì l’iscrizione, non molto convinto, alla facoltà di Giurisprudenza, dove conseguirà la laurea, e poi la scoperta, quasi casuale, della passione per la recitazione e l’ingresso nell’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’Amico. Infine l’incontro con la moglie, l’indossatrice Erminia Ferrari,rimasta al suo fianco per cinquant’anni.

Nino è interpretato da uno strepitoso Elio Germano, che non si è risparmiato, e si vede, nell’interpretazione dell’artista da lui amato e seguito. Un Film che è ” Un abbraccio sentito a mio padre“, così lo definisce Luca Manfredi,” Un ti voglio bene che non sono mai riuscito a dirgli“.

In arte Nino è un film che trasmette il coraggio di un uomo che dimostra la sua caparbietà nel raggiungere i suoi sogni.

In arte Nino presto in Rai.

‘In arte Nino’ Elio Germano

Cast:

Erminia Manfredi, interpretata da Miriam Leone, inoltre presenti Stefano Fresi, Duccio Camerini, Leo Gullotta, Anna Ferruzzo e Giorgio Tirabassi.

The Sun’s Smile

Raffaela Anastasio

 

 

Visto per Voi – L’isola degli schiavi”

Ferdinando Ceriani porta in scena al teatro Piccolo Eliseo “L’isola degli schiavi“, una commedia scritta nel 1725 da Pierre de Marivaux.

Ificrate ed il suo servo, Eufrosine e la sua serva, naufragano su un’isola in cui i servi vivono liberi e scambiano il loro posto con quello dei padroni ed i padroni sperimentano quali mali si soffrono in schiavitù.Il Governatore dell’isola, Trivellino, guida i quattro superstiti all’esplorazione del loro animo, dei loro sentimenti. Fino a quando i quattro non arrivano, alla piena consapevolezza dei loro errori.

Stefano Fresi è il conte Ificrate , con Giovanni Anzaldo,  suo servo (Arlecchino) recentemente apprezzato nel film di Veronesi “Non è un paese per giovani”, Ippolita Baldini (Eufrosine) Carla Ferraro (serva Cleante) e Carlo Ragone ( Governatore – Trivellino).

Ificrate è un uomo pomposo, egocentrico, impiega il suo tempo a corteggiare le nobili donne e a trattare malissimo il suo servitore Papele. Ma a causa degli eventi si trova a dover ascoltare per la prima volta il suo schiavo, grazie al quale comprenderà i suoi errori, ne apprezzerà la bontà d’animo, riscoprendo una vera amicizia.

Una commedia che potrebbe essere ambientata ai giorni nostri, nei rapporti tra datore di lavoro ed operario, Manager ed impiegato. Lo scambio di ruoli, renderebbe palesi gli errori, il confronto porterebbe ad un miglioramento.

Stefano Fresi, oltre ad essere attore è anche autore delle musiche dello spettacolo.

La regia di Ceriani  risulta godibile e piacevole, supportata dalla padronanza scenica di un cast notevole.

 

L’Isola degli Schiavi

in scena al teatro Piccolo Eliseo fino al 9 aprile.

The Sun’s Smile

Raffaela Anastasio