O’ munaciell (seconda parte)
Margherita Bonito, nata nei primi anni del 900′, ragazzina vivace e serena. I suoi occhi videro cose che noi oggi neanche possiamo immaginare. Sposò il Maresciallo Raimondo Esposito, da cui ebbe 4 figli, Maria, Raffaella (mia nonna), Arturo e Alfredo, che purtroppo morì giovanissimo.
Il sole sorrideva attraverso un balcone che dava sulla Cattedrale della città.
A destra del disimpegno due piccole stanze per gli ospiti.
Continuando a percorrere il corridoio si arrivava in una grande stanza da pranzo, arredata con mobili tutti intarsiati, non erano difficili da notare i puttini in rilievo sulle ante.
Attraverso la sala da pranzo si accedeva ad una veranda adibita ad angolo cottura, dove Margherita la domenica preparava i suoi deliziosi pranzetti e il buonissimo caffè per i suoi ospiti.
In quella casa però accadevano delle strane cose.Improvvisamente le luci si spegnevano, le porte che sembravano chiuse a chiave erano invece aperte, cigolii, strani respiri, ma a tutto questo Margherita non badava, era in una casa nuova e non voleva farsi spaventare da comuni rumori di un quartiere nuovo.
Trascorse del tempo da quando Margherita aveva preso possesso della nuova casa, ed era felice aveva il mare, l’aria buona e poi aveva i figli ed i nipoti che le facevano spesso visita.
Una mattina, dopo aver riordinato casa, Margherita era pronta per dirigersi dal droghiere per la spesa. Prima di uscire di casa aveva l’abitudine di controllare la dispensa e stilare una lista dei prodotti che mancavano in modo da essere precisa e non dimenticare nulla. All’apertura delle ante di legno della dispensa, Margherita non poteva credere ai suoi occhi; scatolame, pasta, olio, sale, tutto in quantità elevata.
Margherita viveva con una modesta pensione e quei soldi sicuramente non le appartenevano, soprattutto non li avrebbe mai lasciati incustoditi.
Margherita era impietrita, immobile su quella sedia. Gli arti, opponevano resistenza a qualsiasi movimento tentasse di fare e poi una voce:
Riprese a respirare lentamente, non tentò di scappare, anche se il suo istinto quasi le urlava di farlo, ma restò e disse:
” Tu m’vir, song o ver, ma sul poc m’ponn verè, a gente c’ ten appaur m’ chiamm o’ munaciell, ma io vogli o ben tuoj, tu si na brava signor”.(tu mi vedi, sono vero, ma solo in pochi mi possono vedere, le persone che hanno paura di me mi chiamano “il monaciello”, ma io voglio il tuo bene, tu sei una brava signora).
Margherita era pallida in volto il battito accelerato strani fischi nelle orecchie.
“Tu m ‘ è vist DEVI MANTENERE IL SECRETO”
( Tu mi hai visto ma devi mantenere il secreto).
Trascorse qualche giorno, Margherita non parlò con nessuno di quello che le era accaduto, come indicato dal monaciello, ma una domenica successe qualcosa, quel segreto rischiava di non essere più tale.
“Quell’impermeabile color cammello mi calzava a pennello, ho continuato con le mie ricerche, sono diventata un incubo per la mia famiglia, alla ricerca di ricordi e dettagli succulenti”.
Raf
Dont’ forget to smile
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