Il TEMPO – EPILOGO
“Da quel giorno sono rimasto nel retrobottega quanto più potevo. Mio zio era felice che io leggessi e non gli importava che non gli dessi una mano con i clienti. E’ sempre stato gentile con me. Mi portava il pranzo, spesso era la frittata di pasta che aveva preparato la zia. Le uniche raccomandazioni erano ” Non ti sporcare, mangia piano e stai dritto con la schiena altrimenti t’ ven o scartiell’ ( ti viene la gobba)”.
Io gli sorridevo e annuivo.
Avevo trovato il mio angolo di felicità, ero affamato di sapere, di conoscere. Quei fumetti mi diedero nuova linfa, nuova energia e resero le mie vacanze molto piu’ interessanti.
Trascorrevo intere giornate nel retrobottega e spesso non mi rendevo neanche conto di che ore fossero.
Un giorno mio zio venne a chiamarmi cinque minuti prima della chiusura e mi trovò sdraiato sul pavimento intento a leggere non so quale numero di Topolino.
“Giovanotto ti vuoi ammalare? Forza su alzati che dobbiamo chiudere”. Mi alzai, memorizzai la pagina a cui ero arrivato nella lettura e sistemai il fumetto al suo posto. Ricordo che mio zio mi chiese anche se avessi voluto portarlo a casa, ma io risposi di no, il retrobottega era il mio posto magico, ma questo non glielo dissi mai.
Le notti trascorrevano sempre molto lente… il giorno tardava ad arrivare, o almeno questa era la sensazione che vivevo. A parte una notte, una in particolare…
Come ti ho detto dormivo con le mie cugine, gli zii avevano aggiunto un letto nella stanza. Io ero sotto le coperte, e ricordo che mia cugina più grande iniziò a spogliarsi per indossare il pigiama….forse credeva che io stessi dormendo, e non la feci mai dubitare del contrario. Devo ammettere che non fui carino, ma da ragazzino curioso, sbirciai..
Dalla finestra entrava la luce fioca della luna, e nel vetro si rifletteva l’ immagine di mia cugina. Sbottonò la camicia sul petto, poi i polsi, la fece scivolare sulle spalle e poi con cura la sistemò sullo schienale della sedia vicino al letto. Per la gonna invece fece un movimento strano, ritirò la pancia e fece ruotare il dietro della gonna davanti per poterla slacciare, lasciandola cosi’ cadere sul pavimento. Io osservai quasi trattenendo il respiro, a parte mia madre non avevo visto altre donne in intimo. Sistemata la gonna anch’ essa sulla sedia, slacciò il reggiseno, in quel momento probabilmente arrossì e chiusi gli occhi per un attimo e quando li riaprì, vidi quella morbida immagine riflessa nel vetro della finestra. Oggi rivivo quelle emozioni e credo di poter dire che forse in quel momento ho imparato ad amare la bellezza delle donne…. Mia cugina poi indossò la sua camicia da notte, con entrambe le mani tiro’ via i capelli, li portò su di un lato, sollevò le lenzuola e si coricò.
Un grosso respiro e l’ultimo sorso di birra…
” Scusa mi sono perso, ma ci sono delle cose che rivivo con piacere”.
” Non ti preoccupare sono dei ricordi bellissimi ed è bello che tu li abbia così vividi nella tua memoria”
“Dopo quella notte, quasi insonne fui il primo a svegliarmi in casa, apparecchiai la tavola per la colazione aspettando che zia si alzasse. Ovviamente fu sorpresa di vedermi già pronto in cucina, mi diede un bacio sulla fronte iniziò a preparare. Questa volta alle 6.20 ero io che aspettavo zio sulla porta.
” Giovanotto allora vuoi rubarmi il mestiere e andiamo va”.
Quel giorno zio mi raccontò di quando anche lui era bambino come erano diversi i tempi…e anche lui andava sempre a lavorare con il papà e l’edicola infatti era una di quelle eredità di famiglia tramandate di padre in figlio.
I miei ricordi viaggiavano instancabili…
Mentre l’uomo senza volto parlava le mie mani presero dalla borsa situata alla mia destra, un pezzo di carta ed una penna.
“Dopo aver effettuato tutto l’iter dell’apertura mi rinchiusi nel retrobottega, ero un ragazzino davvero felice, sai perchè? Lo zio per evitare che mi raffreddassi aveva appoggiato sulla scala/sgabello un plaid e a terra aveva messo un tappeto enorme con un’abat jour da scrivania, mi chiesi quando aveva avuto il tempo di farlo senza che me ne accorgessi, era tutto perfetto… corsi fuori lo abbracciai e ritornai a leggere.
Purtroppo le vacanze stavano volgendo al termine, un po’ di malinconia iniziava ad appesantire il mio cuore. Erano trascorsi tre mesi, ma per me era trascorso un giorno.
Senza dar tanto peso al gesto, come se fosse automatico rimisi il pezzo di carta in borsa.
I saluti nella mia famiglia erano come quelli dell’arrivo, tutti a casa, ognuno mi lasciò del cibo che a loro dire non avrei ma trovato a Roma, baci, abbracci e i soliti pizzicotti sulle guancia che mi avrebbero lasciato il segno per qualche giorno”.
La macchina era pronta.
Erano tutti in fila sull’uscio per salutarmi, anche mia cugina quella grande, che ormai non riuscivo più a vedere vestita… “
Sorrise…
“Mio zio era commosso, mi abbracciò forte e mi diede uno zainetto, e mi disse di aprirlo solo in macchina e che era un nostro segreto. Lo abbracciai e lo ringraziai.
Intanto l’uomo chiese il conto….
Il viaggio di ritorno fu veramente lungo, ma poi ricordai dello zaino che avevo posto nel sedile accanto e lo aprì.”
Ecco il conto, ringraziammo il ragazzo che si allontanò.
“Sai cosa c’era nello zaino?”
“Posso immaginare” dissi.
“Esatto, lo zaino era pieno di fumetti e almanacchi e zio mi aveva lasciato anche un biglietto in cui scriveva di fargli sapere quando avessi finito così mi avrebbe mandato altri volumi. Ero un bambino fortunato e felice.”
L’uomo pagò il conto. Lo ringraziai.
“Sai forse quelle vacanze hanno un pò cambiato il corso della mia vita… il tempo mi ha aiutato a capire molto…”
Ti capisco e concordo il tempo passa, non gli si dà mai la giusta importanza, siamo legati ai nostri ricordi, quelli che ci hanno fatto diventare come siamo… proprio per questo poi io ho deciso di scrivere dei racconti, per tenerlo sempre presente… sai che ti dico, potrei scrivere un racconto anche su questa storia…
” Ne sarei felice”.
“Bene intanto ho preso appunti”.
Finalmente i miei ricordi mi diedero nuovi occhi…
Vidi il suo sorriso per la prima volta. Lo vidi e con esso i suoi occhi…
…
Il vinile terminò i suoi giri, il bicchiere di vino ormai era vuoto, la luna sorvegliava le stelle.
Spalancai gli occhi e sorrisi…
Tra le mie mani ancora quel foglio sul quale avevo preso appunti delle tre parole che potessero indicarmi la strada da seguire…
bambino
retrobottega
fumetti
Adesso so chi sei!!
The End
The Sun’s Smile