Io sto con Papà

“Il bisogno di intessere relazioni affettive è un esigenza insita nella natura umana. L’uomo, infatti, non è fatto per vivere da solo, ma è un individuo che tra i vari bisogni essenziali ha quello dell’attaccamento che scaturisce dalla necessità di protezione e che permette agli individui di avere una maggiore sicurezza nell’esplorazione del mondo e nella costruzione del proprio bagaglio di esperienze.

L’interruzione dei legami affettivi tra genitori detenuti e figli, come statisticamente provato, può incrementare fenomeni di abbandono scolastico, devianza giovanile, disoccupazione, illegalità, disagio sociale e aumentare i casi di detenzione tra i figli di genitori detenuti.

Nasce per questo il progetto ” Io sto con papà” ’idea per promuovere e rafforzare in ogni modo il mantenimento della relazione figlio genitore durante la detenzione e sensibilizzare la società civile perché si faccia carico dei diritti umani, sanciti dalle convenzioni internazionali, in favore dei minori separati dai propri genitori detenuti, affinché il diritto alla genitorialità venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale.

 

 L’evento si svolgerà domenica 11 marzo al Factory, Piazzale dello Stadio Olimpico 5, dalle ore 18, la manifestazione di musica e cabaret “Io sto con papà”.

Per l’occasione sul palco a presentare l’evento un trio d’eccezione: Andrea Delogu (Stracult, Rai2) e Arianna Ciampoli (Quelle brave ragazze, Rai1) con Fabrizio Pacifici.
Tra gli ospiti Magico Alivernini, Marco Passiglia, Enio Drovandi, Armando Tartaglini (cover di Zucchero), Leonardo Butera (cover dei Queen), Gianluca Giugliarelli, Marco Rossetti e il popolare rapper Tony Effe (Dark Polo Gang).

 

 

 

Raffaela Anastasio

The Sun’s Smile

 

La partenza

Tutto inizia quando Alitalia ti scrive… “Ricordati di fare il check in”.
Non so se vi capita, ma dopo aver letto questa mail, a me il cuore inizia a battere forte, la mente inizia a fare un sacco di giri, e un improvviso sorriso ebete mi appare sul viso…, non che lo veda…ma è un’azione meccanica…diciamo che lo sento.
L’emozione del viaggio….
L’attesa diventa essa stessa il piacere…ha detto qualcuno.

ll dramma si svolge dinnanzi alla valigia vuota.
“Ed ora come la riempio?” il dubbio amletico balena nella mente come uno starnuto all’improvviso.
Dopo aver visto le previsioni del tempo, chiesto ad amici e parenti, google cambia opinione ad ogni click, il quesito resta senza risposta fino all’ultimo giorno pima della partenza.

Da sempre ho l’abitudine, per paura di dimenticare le cose importanti, di preparare una lista delle cose necessarie e che poi depenno una volta raccolte sul divano. Il mio divano infatti, diventa un campo minato ..magliette, felpe, pantaloni, medicine, accessori vari, scarpe.. Il tutto organizzato per giorni..
Mi spiego meglio.

Per non impazzire e mettere cose a caso, preparo gli abbinamenti per il vestiario.. ad esempio.
Lunedi mattina – jeans maglietta bianca con felpa grigia. 
Lunedi sera – leggins con top.
Insomma giorno per giorno senza rischiare di aggiungere in valigia cose che magari poi non uso. Da quel momento in poi procedo con la doppia spunta:
Medicine prese ok.
ciabatte scarpe e l’occorrente per l’igiene personale…. ok.
sciarpa rosa giubbotto grigio… ok.
Come dicevo tutto sapientemente e doppiamente spuntato non appena riposto in valigia.
A questo punto ti domandi :” Ma quanto peserà?”
Il dubbio ti assale insieme al panico. Alitalia permette il carico da stiva fino a 23 kg.
La meravigliosa bilancia che interrogo tutte le mattina in merito al mio peso, riposta in bagno, che tutte le mattine mi prende per i fondelli, comunicandomi   che dovrei mettermi a dieta, ha deciso di non funzionare, batterie scariche…per cui non ho nessun tipo di riscontro.

Stimo a mano 16/17 kg, ma non posso rischiare.
Piano b – bagaglio a mano.

Alitalia oltre al tuo bagaglio personale, ti permette di portare un bagaglio a mano.
Borsa Adidas, quella che si usa per andare in palestra, ci infilo magliette pantaloni e intimo…perfetto è leggera rimane anche spazio per eventuali gadgets e non è troppo pesante per la mia schiena. Nella valigia il resto scarpe giacche e qualche felpa. È fatta!
Ultimo controllo di rito sembra ci sia tutto .

Consapevole che la metà delle cose che ho inserito non mi serviranno…ma “just in case”.

Sono le 23.15 del giorno prima della partenza. Di dormire non se ne parla. Cosa faccio? Pulisco casa.
Tutte le volte che devo partire mi piace pulire casa…si lo so è una cosa da matti, ma il pensiero di rientrare dal viaggio e trovare la casa  in disordine mi crea stress mentale …

ore 00.34

La casa è perfettamente pulita e in ordine, ma dormire…anche no.

Devo fare una cosa importante. 

Scrivo le mie ultime volontà, la mia bella letterina, scaramantica,

“Nel caso in cui non dovessi tornare da questo viaggio sappiate che sono felice ma per comodità sappiate chei codici del mio conto corrente sono qui….blablabla”, non che sia una miliardaria anzi, ma la burocrazia italiana è talmente pesante che anche per prendere due euro da un conto, devi fare una trafila pazzesca, e lo so bene lavorando in banca. Firmo la lettera metto la data. Invio un messaggio a Giovanni e a mia sorella indicando dove ho riposto la lettera… Mia sorella mi ha mandato a quel paese, Giovanni più diplomatico mi ha augurato buon viaggio…

Credo di aver fatto tutto, posso andare a dormire tranquilla…..ahahahah .

Certo come no, sveglia alle 5 con l’aereo in partenza alle 14.45…non ho chiuso occhio facendo il ripasso di tutto quello che avevo preso e pensando a cosa mi fossi dimenticata…

Mi doccio, mi depilo, passo la piastra ai capelli, alle 8.30 sono fuori casa.. con valigia borsa e zaino con il mio amico computer.
Alle 9.30 prendo il trenino che dalla stazione di Trastevere arriva a Fiumicino aeroporto.

Mi godo il primo piccolo viaggio in treno. Mi godo il paesaggio romano dal finestrino. Osservo le persone ferme sulla banchina ad aspettare il proprio treno. Donne con il tailleur pronte per andare in ufficio, uomini con tuta blu da lavoro, anziani signori che forse devono raggiungere i propri nipotini al parco.

Il treno è vuoto. Nel posto di fronte al mio un signore gigante, con altrettanti valige giganti, è italiano, del nord, l’accento è inconfondibile.

Trascorrono 25 minuti ed il treno effettua la sua ultima fermata: Fiumicino.

Sono in perfetto orario, cioè in anticipo, ma con calma e senza fretta seguo le indicazioni che mi conducono all’interno dell’aeroporto, Terminal 1, volo alitalia.

Dopo aver camminato su 7/8 tapis roulant, un paio di ascensori, e lunghi corridoi, arrivo alle postazioni alitalia.

Per sicurezza chiedo all’omino che sta fermo davanti all’ingresso:

” Mi perdoni è presto per effettuare il check- in?” e lui con sorriso falso come le borse di Chanel al mercatino di porta portese, mi dice :

“Lei viaggia in first class” ? ed io: “No, viaggio normale” lui mi sorride ancora e dice:

“Allora deve andare più avanti” ringrazio e vado via pensando che quel tizio ha avuto la capacità di farmi sentire una merda.. ma l’entusiasmo resta alto.

Dopo aver fatto la trafila per il check -in  ( la valigia solo 13 kg), aver superato tutti i controlli, e aver attraversato altri 26 corridoi, arrivo al gate 4 e attendo soltanto 3 ore prima che indichino l’imbarco del mio volo. 

Un sms, qualche telefonata, il mio libro, il tempo scorre lento. Mi diverto ad osservare il via. vai delle persone che corrono, bambini che dormono coccolati dall’abbraccio della propria madre, gruppi di giovani pronti per la loro prima gita scolastica, turisti che rientrano a casa dopo aver visitato Roma, una squadra maschile di basket. L’aeroporto è un micromondo, penso.

Intanto sui tabelloni girano numeri e nomi di destinazioni.

” Volo alitalia 6670 per New York aperto imbarco gate 14″, oh finalmente,  mi preparo e mi dirigo verso il gate indicato. Sono emozionata, non vedo l’ora, un altro sogno sta per realizzarsi.

” Prego, buon viaggio”, l’hostess mi fa accomodare nel tunnel che conduce all’aereo. I miei passi sembrano rimbombarmi nel cervello, o forse è solo il ” tubo” del tunnel che crea uno strano effetto sonoro ad ogni passo. Non mi importa sono felice.

Posto vicino al finestrino.

Cintura allacciata. Inizia il rullaggio.

Si parte.

 

Don’t forget to smile

Raf