Sott ‘o mur

Dopo un lungo pomeriggio trascorso a vestire, svestire, pettinare e truccare le barbie per 5 sfilate evento, nella cameretta con invitati vip, tra cui peluches come Cucciolo, Dondolo, una signora Bratz,  una dolly, orsetto di peluche, tutta la famiglia di ” My little pony”, Mister “T Rex” versione gigante, dopo aver fatto svariati servizi fotografici e video con lo smartphone, lo show finisce. Gli ospiti riprendono il loro posto, chi su letto, chi sullo scaffale, altri nel box dei giocattoli.
Proprio dal box , posto su una macchina lego, sporge un album di figurine…

“All’ingresso dell’edicola avevo 500 lire nella mano destra, quelle che ero riuscita a trovare nel salvadanaio, speravo che la fortuna fosse dalla mia parte.
Antimo il mio amico giornalaio, mi invita ad entrare, mi conosce bene lui.
“Antimo mi dai per favore quelle di Creamy?” con il dito indico il box all’interno del quale sono posti i pacchetti di figurine dell’ “Incantevole Creamy”.
Il cartone animato più famoso in quel periodo. 
Antimo mi consegna il pacchetto ed io le 500 lire, ringrazio e vado via.
A passo svelto mi dirigo verso casa, dove appena arrivata, prendo l’album, sfoglio le pagine e conto le figurine mancanti. Impazzivo all’idea di poter completare l’album, soprattutto odiavo vedere il viso di Creamy senza il nasino, perché era nella figurina mancante.
Quindi apro il pacchetto appena acquistato strappando la parte superiore e poi quella laterale. L’odore di carta e colla era la peculiarità delle figurine, impossibile dividerle senza prima aver tribolato.
Dieci figurine, inizio a controllare guardando prima i numeri, sfogliando nuovamente le pagine dell’album. 
“Eccola”.
Strappo via la carta che copre la parte adesiva, con estrema attenzione, evitando che la figurina si pieghi o faccia bolle d’aria, incollo con cautela restituendo il nasino a Creamy, facendolo coincidere perfettamente con l’altra parte della figurina. Continuo questo rito per un paio di volte, poi 3 doppioni, cioè 3 figurine già presenti nell’album.
Un lungo sospiro, riguardo le figurine mancanti e ripongo i doppioni all’interno di un sacchetto insieme agli altri.
Bisogna completare l’album.
Armata di sacchetto di doppioni e di foglio precompilato con i numeri delle figurine mancati, durante l’intervallo a scuola iniziano le contrattazioni.
“Mi serve la numero 40 io ti do la 10”.
“Perfetto, ne hai altre controlliamo”.
I 15 minuti dell’intervallo volavano tra una figurina e l’altra.
I maschietti non erano da meno.
Ovviamente per loro le figurine dei calciatori.
I maschietti non si limitavano ad un semplice scambio, ma sfruttavano i doppioni per fare svariati giochi.
Lo chiamavano ” sott o’ mur”, usavano tutte le figurine in loro possesso ed una alla volta, tenute in mano come un boomerang, venivano lanciate al muro. Colui che riusciva ad avvicinarsi di più al muro vinceva, cosa? Non l’ ho mai capito, ma durante l’organizzazione e l’impostazione delle regole erano molto accaniti e precisi.
Varie esclamazioni di esultanza, durante i lanci ed era divertente osservarli mentre verificavano quale figurina fosse più vicina al battiscopa.
L’intervallo non durava a lungo per cui scaduti i 15 minuti si ritornava tutti nei banchi, a volte purtroppo, anche senza aver definito il vincitore, questo però rimandava ad un “secondo tempo” all’uscita di scuola.

Sulle scale del cortile in attesa che i nostri genitori  venissero a prenderci iniziava la “rivincita”.
Il gioco questa volta era diverso.
Un pacchetto cospicuo di figurine tutte nello stesso verso e poste sul pavimento dalla parte dell’immagine del calciatore.
Il gioco consisteva nel dare un colpo sul pacchetto di figurine cercando di farne capovolgere il più possibili. Quelle che atterravano con l’immagine del giocatore rivolta verso l’alto, diventavano il premio.
Era divertente osservare questi ragazzini che soffiavano sulla  mano “per renderla magica” e poi sferrare il colpo. Il viso contratto, gli occhi puntati sulle figurine, il respiro concitato, il conto alla rovescia, la rincorsa della mano e… giu’ con tanta forza da dividere il mucchio di figurine in più parti. Alcune che dal forte impeto erano volate distanti, le si seguiva con lo sguardo pieno di speranza….per poi verificare che erano cadute dal verso sbagliato. Quanti sorrisi su quei visi…le risate rimbombano ancora nelle mie orecchie….

 Uh zia prendi l’album delle Monster high”.
” Di chi?”
” Quello li davanti”.
Quei ricordi mi erano apparsi come se li avessi vissuti in quel momento, mi sono ritrovata ragazzina, con l’odore di quei pacchetti fruscianti, gli occhi pieni di meravigliosa curiosità, l’animo leggero e divertito. Ci divertivamo ed emozionavamo con poco…

“Dai prendi le altre che ti aiuto a completarlo”
Un sorriso sul mio viso riflesso negli occhi di una piccola  me.

Raf
Dont’ forget to smile

Anatomia di un sorriso

Vi siete mai fermati a pensare a quanto possa fare bene sorridere e ridere?
Io si!.
Proprio l’altro giorno mentre mi dirigevo in ufficio, il mio sguardo si è soffermato su di una madre che attendeva l’ingresso del figlio a scuola, sorridendogli il piccolo le ha fatto una strana smorfia con la bocca, la madre ha iniziato a ridere a crepapelle. Gli occhi esprimevano gioia e serenità e mentre si allontanava dall’ingresso volgeva l’ultimo sguardo al piccolo che ancora le faceva delle smorfie troppo buffe.Vedere quella scena ha fatto sorridere anche me.
Ma invece quanto ci fa bene sorridere e ridere?
Ho chiesto a Google, volevo approfondire l’argomento ed ecco i paroloni scientifici come :
particolari strutture come il limbo e l’ippocampo in cui si trovano i circuiti legati alle emozioni, e si attivano nuclei grigi alla base encefalitica e il corpo striato…..e va bene, basta così.
Si arriva poi ai benefici che comporta una buona sana risata:

– Il riso fa aumentare la produzione di ormoni come adrenalina e dopamina che liberano le endorfine che a loro volta provocano diminuzione del dolore e della tensione.
– Quando si ride parte della muscolatura si contrae e si rilassa e si innesca una ginnastica soprattutto nella parte dell’addome, naturale, che migliora le funzioni del fegato e dell’intestino.
–  La respirazione migliora grazia ad una risata, in quanto diventa più profonda.
–  Migliora la circolazione sanguigna grazie ad una respirazione profonda.
– Il cuore aumenta le pulsazioni.
– Gli occhi hanno una luce più accesa grazie ad un nuovo apporto di sangue fresco alle pupille
Tutto questo si esprime attraverso una semplice smorfia del viso, una semplice contrazione facciale.


Una cosa l’avevo intuita ridere ci fa bene e non solo per
la parte tecnica sopra descritta ma perché ci distende l’animo.
Provate a pensare all’ultima cosa per la quale avete riso a crepapelle e a come vi sentivate dopo…
Lacrime agli occhi, respiro azzerato, guance doloranti, addominali contratti e….senso di infinita leggerezza.
Io  l’ho fatto ho ripensato a mia nipote, di come rideva quando giocavo con lei ondeggiando il mio fondoschiena ballando la samba e le cantavo una canzoncina stupida… Lei mi guardava con quegli occhioni luccicanti e rideva, rideva, la sua risata era coinvolgente, travolgente, non si poteva resistere…ricordo che diventava rossa in viso ed io con lei….
Ecco quella sensazione di gioia, di benessere, riaffiora sulla pelle solo al ricordo di quel momento.
Credo che sorridere sia una cosa così semplice.
Qualche giorno fa ero in compagnia di persone alle quali tengo molto e tra una chiacchiera e l’altra ci siamo impelagati in discorsi senza senso…per cui ad un certo punto ci siamo guardati e siamo esplosi in una fragorosa risata…
L’addome si contrae, sembra quasi che ti manchi il respiro. Il viso si distende accompagnando le smorfie della bocca che si dilata, ed emette suoni fragorosi e distorti ad intervalli. Il viso si illumina e con esso gli occhi, tanto da arrivare a lacrimare.
Tutto quello che ne deriva è il cuore leggero, la mente distesa, gioia, non ti importa se domani dovrai iniziare a correre da una parte all’altra di nuovo, stai bene, sei serena ed è quello che conta, nulla più.
Possiamo sorridere per svariati motivi.

A volte nascondiamo dietro al sorriso imbarazzo, panico, fastidio, a volte ansia, a volte dolore.
In ogni caso il sorriso ci viene sempre a supporto.
Pensate che è gratis.
Per ridere non serve passare dal dottore, basta una buona dose di positività e si riesce a vedere la vita da un’angolazione diversa e forse migliore.
Io credo che ridere sia uno dei farmaci più efficaci in nostro possesso, allenta le tensioni di una giornata faticosa, dissolve l’ansia meglio di 10 gocce di Xanas.
La terapia del sorriso è usata negli ospedali poiché si è appurato, riduca i tempi di degenza e l’utilizzo dei farmaci.
Abbiamo bisogno di sorridere, come respirare.
Abituati ad una vita sfuggente, la nostra mente è in continuo movimento, tra lavoro, bollette da pagare, passioni, problematiche da risolvere, ecco ridere ha il compito prezioso di fare pulizia, di eliminare i residui ingombranti di una mente piena di pensieri.
La nostra natura è perfetta basta saperla usare in maniera corretta.
Allora sorridete, ridete, usate il sorriso a vostro vantaggio, ridete, liberate l’animo dalla pesantezza della negatività, questo vi renderà “invulnerabili”.
Donate il vostro sorriso ne riceverete uno per voi che vi renderà la giornata “diversa”.
“Ci vogliono 72 muscoli per fare il broncio solo 12 per sorridere provaci almeno una volta” 
Cit. M. Richler
Ridiamo, ne abbiamo necessità.
Allegria, divertimento buonumore, risate pazze, anche senza un motivo ci renderanno la vita migliore…io ve lo dico in ogni mio racconto ” Don’t forget to smile”.

Raf
Dont’ forget to smile