Un giorno da paparazzo
Nascosto dietro un grande cespuglio di gelsomini, al di là del quale un’ immensa piscina e persone, che ad occhio nudo non era facile distinguere.
Pronto con la sua Nikon con un teleobiettivo che avrebbe intercettato anche Amstrong sulla luna, sguardo fisso nella macchina, inizia a scattare a raffica. Dopo ogni sequenza di scatti controllo veloce per impostare la luce e di nuovo scatti a raffica….
Ecco, il mio amico Gigi, Paparazzo in carriera.
Durante la mia vacanza negli Stati Uniti ho avuto modo di approfondire e di vivere da vicino il mestiere del paparazzo, ma poi da dove deriva questo nome?
Ho chiesto a Google ed ho scoperto che la prima volta che si sentì ” Paparazzo”, fu nel 1960 quando il Maestro Fellini nel meraviglioso film “La dolce vita”, diede il cognome “Paparazzo” al fotografo di cronaca rosa che accompagnava ad ogni passo il giornalista Marcello Rubini (interpretato da Marcello Mastroianni).
Il motivo per il quale Fellini scelse proprio questo cognome rimane nella mitologia della storia del magico film. Il Paparazzo viene descritto come un personaggio tutto sommato goffo, caricato, esagerato, tutto teso a sbarcare il lunario con le proprie foto a costo anche di prendere qualche borsettata dall’attricetta, o qualche cazzotto dal bellone di turno. .
Dal mito del film ” La Dolce vita”, prende piede in Italia e nel mondo un nuovo mestiere “Il Paparazzo”, anche Lady Gaga gli dedica un pensiero, identificandosi in un paparazzo per seguire il folle amore.
Lady Gaga Paparazzi
Ho sempre osservato da lontano questo lavoro, ma ora che potevo viverlo non ho perso l’occasione.
La giornata inizia con una buona colazione e tante telefonate per l’organizzazione del lavoro.
Prima tappa ” Inaugurazione per la stella dedicata ad Ennio Morricone sulla Walk of Fame”. Per questo evento non è possibile essere vestiti casual occorre la giacca ed il gel nei capelli, fondamentale il borsone con i vari attrezzi del mestiere: due macchine Nikon, obiettivi e tante schede memoria.
Attendiamo sulla panchina l’arrivo degli ospiti che presiederanno all’evento. Ed ecco la prima limousine, un balzo e l’auto viene praticamente assalita dai flash e migliaia di scatti. Il Vip di turno viene accompagnato dalla presenza di Gigi ed i suoi colleghi fin sul red carpet. Il Vip non sembra essere infastidito ma sorride ad ognuna delle macchine puntate sulla sua figura, ammiccante, talvolta scherzoso, talvolta tenebroso. Durante la cerimonia i flash si placano, i paparazzi sembrano diventare normali reporter ordinati e silenziosi,”la cerimonia va rispettata”, mi dicono. Qualche goccia di sudore sul viso di Gigi.
Il tripudio di urla e flash riprende quando il Maestro Morricone posa vicino alla stella a lui dedicata.
“Maestro Maestro da questa parte!”
“Ennio Ennio di qua di qua!” .
Ognuno di loro cerca di accaparrarsi il sorriso migliore del Maestro.
“Gigi ma poi queste foto già sapete a chi darle?”
“Si, ora le invio alla mia agenzia che poi tramite accordi a sua volta le vende alle riviste del settore.”
“Accipicchia che giro, una catena di montaggio! Può capitare che le foto restino non vendute?”
“ Certo, ma per fortuna le mie sono belle e le piazzo sempre,” mi strizza l’occhio.
Di corsa nel primo bar più vicino per utilizzare la connessione wifi, qualche ritocchino a qualche ruga, sistematina a qualche contrasto, qualche ombra ” Invio”.
Fatto!
La giostra ricomincia.
Telefonate ed sms con qualche soffiata di avvistamento vip, certo, sei ad Hollywood quasi normale. Via, di corsa in macchina direzione Malibu.
Arrivati in loco, Gigi mi spiega che le ville delle Stars (attori del calibro di Bruce Willis, Charlize Theron e Leonardo Di Caprio) sono inarrivabili, non c’ è modo di avvicinarsi, ma una piccola breccia in un tessuto reticolato che divide la strada dalla spiaggia, permette loro di imbucarsi ed arrivare più vicino possibile a quei meravigliosi alloggi. Li osservo sollevare il reticolato per ampliare la breccia, con l’agilità dei pachidermi in pensione, sguisciano dall’altra parte ( l’attrezzatura non permette loro nessun tipo di facile movimento), un balzo ed i piedi nella sabbia.
Ora tocca a me, tengo con una mano sollevata la rete, e con la leggiadria della cugina dei pachidermi in pensione, mi lancio nella fresca sabbia, accasciandomi in avanti. Con un sorriso di chi ha fatto una pessima figura mi sollevo e inizio a seguirli. Attraversiamo una sorta di corridoio stretto stretto, i muri sono delineati dalle pareti degli appartamenti. Il percorso è in discesa. I miei amici Paparazzi tirano fuori le loro armi dal borsone.
Il corridoio termina con la spiaggia aperta., innanzi a noi l’oceano.
Incantata da quella vista, mi accorgo di un improvviso strano brusio e poi tutti con lo sguardo a destra, come schegge impazzite, iniziano a scattare. Non riesco a rendermi conto.
Ma chi stanno fotografando? pensai.
Gigi come se mi avesse letto nel pensiero, abbassa la macchina fotografica dal volto e mi dice che dietro alla finestra c’era Paris Hilton.
Ah! Io ovviamente non avevo visto nulla.
Con andatura tranquilla camminiamo sulla battigia, i ragazzi hanno riposto le macchine per non dare troppo nell’occhio, ora siamo turisti per caso che ammirano l’architettura del luogo. Nessun altro vip nelle vicinanze, purtroppo. Buco nell’acqua.
Ritorniamo all’auto con il tramonto alle spalle.
Durante il tragitto per rientrare i telefoni impazziscono.
Gigi mi spiega che in previsione della premiazione degli Oscar si organizzano tanti eventi, ma purtroppo super blindati e quindi non vale la pena neanche provare ad avvicinarsi. La giornata termina con una telefonata da parte di una Vip italiana che chiede di fare un servizio fotografico nel famoso Hotel…
“Ah caspita quindi sono anche loro a cercarvi?”
” Certo spesso nascono proprio delle collaborazioni, noi facciamo loro le foto e loro non perdono la notorietà, il pubblico soddisfa la propria curiosità”.
“Mi sembra un giusto compromesso, così lavorate tutti.”
Incuriosita da questo mestiere, durante la cena, sottopongo Gigi al mio terzo grado.
Perché questa scelta, cosa lo ha spinto ad intraprendere un mestiere così particolare?.
Il mio caro amico Gigi mi racconta, che dopo aver avuto un’infanzia ed un’adolescenza difficili si ha voglia soltanto di riscattarsi, di capire quali siano i propri sogni e realizzarli.
Dopo aver lasciato la casa natia giovanissimo inizia la sua avventura a Milano dove diplomatosi inizia a lavorare come apprendista fotografo in un’agenzia di moda. Appassionatosi poi al tipo di lavoro e alle belle donne, decide di volerlo fare sul serio ed inizia a frequentare la Scuola di fotografia. I suoi sacrifici sono stati tutti ripagati, mi dice.
Gigi mi ha spiegato che non ci si può improvvisare in questo mestiere.
Molti come lui hanno fatto tanta esperienza e tanta gavetta per diventare dei bravi fotografi. Scattare una bella foto non è semplicemente premere un pulsantino, ma cogliere l’attimo giusto, quel lasso di tempo che ti permette di catturare i colori la luce perfetta prima che muti, e poi il tuo punto di vista è fondamentale. E’ il tuo punto di vista che permette di differenziare la tua foto da un’altra con lo stesso soggetto, è fondamentale per farti vedere Oltre, è la tua firma, ed è questo “quid”che ti fa vendere le tue foto, in modo che possano essere pubblicate ed apprezzate.
Dont’ forget to smile
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