Un giorno qualunque

Meravigliosa domenica mattina.
In viaggio per la gita fuori porta. Il sole sembrava essere timido e nascondersi dietro le grosse spumose nuvole bianche. Dal finestrino dell’auto e protetta dagli occhiali, osservo attentamente i suoi movimenti. Buon ballerino, si accompagna prima all’una e poi all’altra nuvola, da egocentrico qual è, poi, prende pieno possesso del suo spazio, allontanandosi dalle sue bianche amiche danzatrici.
Mi faccio coccolare dal suo sorriso. Il tepore dei suoi raggi penetra nella mia pelle donandomi una sensazione di benessere, di serenità. La leggera brezza che arriva da una piccola fessura del finestrino appena aperto, l’andamento dell’auto, contribuiscono a far calare sui miei occhi il buio…

Bambini che ridono in lontananza, un profumo di limoni molto forte, uno strano ronzio, una mosca si poggia sulle mie labbra per un secondo, apro gli occhi.Il viso appoggiato su un materiale che sembra quello delle reti da pesca, mi muovo, vedo solo un pavimento grigio e qualche formica, che a fatica trascina piccoli resti di pane forse, portati dal vento. Provo a girarmi con cautela, sono avvolta nell’abbraccio alquanto pericoloso di un’amaca. I limoni penzolano dal maestoso albero, il sorriso del sole si fa spazio tra le foglie: sono a casa. Da lontano, una figura imponente seduta al tavolo, la nonna, intenta a pulire dei piselli freschi.

I sensi si risvegliano a poco a poco dal torpore.
Come arredare il giardino in modo sostenibile
” We’ ti si scitat a nonn’?
Ancora stordita faccio un cenno di assenso con il capo.
Mi siedo accanto alla nonna, con lo sguardo perso nella bacinella contenente i piselli. Lo sguardo poi viene attratto dalle sue mani e  si sposta su un baccello  che viene aperto con maestria. Il pollice della mano destra spinge fuori i frutti, tutti insieme, all’ interno della bacinella. Questa fase di ipnosi mistica, viene interrotta da mia sorella: ” Mamma ha detto che è ora di merenda“.
Mi porge una profumata fetta di pane ricoperta di nutella e un succo di frutta al gusto pesca.

Sotto lo sguardo vigile e premuroso della nonna finita la merenda, mia sorella ed io iniziamo a scorazzare per il giardino come due mine impazzite. Iniziamo, senza mai finire, vari giochi con la palla, con l’elastico, gare con l’hula hoop, quando compare al cancello di ingresso l’altra nonna, Michy.

Perfetta nel suo vestito della domenica, blu, i suoi capelli rossi perfettamente acconciati e quella voce inconfondibile: “We We Bonasera, comme stai a nonn”.

Attraversato il cortile nonna Michy raggiunge l’altra nonna, dopo i saluti di rito, inizia un lungo dibattito sulla freschezza dei piselli, su come riconoscerli, come sceglierli, tutte le varie specialità possibili nelle quali si può utilizzare il pisello.Vincitrice del dibattito la pasta mista con i piselli freschi
“Chell azzeccos azzeccos” ( quella senza tanto brodo).
Una leggera brezza accompagna l’arrivo del tramonto. Fioco, leggero.
I grandi ora sono totalmente rilassati. Mamma accomodata con le gambe sulla sedia, chiacchiera degli ultimi eventi con zia Luisa, papi nell’altra parte del giardino ad innaffiare il piccolo orto, il tramonto è il momento giusto per farlo, le nonne chiacchierano vivacemente sull’altalena, dondolandosi.
Mia sorella ed io, a turno, ci arrampichiamo come piccole scimmiette sull’albero, cogliamo i limoni più esposti per poi tagliarli a fettine sottili ed intingerli nello zucchero. Il sapore dolce dello zucchero, il succo aspro del limone, ci fanno strizzare gli occhi ed arricciare il naso, ma che bontà..

” We’ Antone pije e fav spuzzuliamm nu poc” ( Antonella prendi le fave sgranocchiamo un poco).
“Uhhhh o ver mo ve pije”.
Mamma con uno scatto felino, rientra in casa, dopo 10 minuti riappare con una busta piena di fave e un vassoio con tutto quello che aveva trovato in frigo: pancetta, prosciutto di quelli imbustati che portava papi da lavoro, piccoli pezzi di groviera e tocchetti di formaggio, credo semi piccante, qualche pomodoro del pane e le friselle. Appoggia tutto sul tavolo in giardino ritorna in casa per prendere dell’acqua.
Non è ancora ora di cena,  ma sempre un ‘ora giusta per uno spuntino.
Le nonne continuano a dondolarsi, l’altalena accompagna  il movimento con un rumore leggermente fastidioso…noi mangiamo.
Le fave hanno un sapore particolare, dolciastro. La cosa divertente è infilare tra i denti il frutto, con un’incisione eliminare il baccello, sputarlo con energia più lontano possibile , magari colpendo mia sorella, e mangiare il cuore. Il profumo delle fave riempie l’aria.
Si continua a chiacchierare.
All’improvviso un tonfo!
Un rumore di metallo battuto, o qualcosa di simile raggiunge le mie orecchie e quelle di mia sorella.
Ci voltiamo.
Silenzio.
Uno sguardo veloce per capire cosa è successo, poi una fragorosa risata.
“Oddio mi manca il respiro”…
L’altalena ha smesso di cigolare, i ganci del lato sinistro hanno ceduto, le nonne sono crollate a terra, solo su un lato.
Io non riesco a non ridere, lo stesso vale per mia sorella. Mia madre, dapprima preoccupata poi emette una sonora risata, zia Luisa la segue.
Tutti ridiamo.
Le nonne intanto restano lì per terra, insieme alle fave e alla pancetta.
Rido così tanto che mi manca il respiro, gli addominali sono contratti.
Povere nonne non riescono a rimettersi in piedi da sole, allora mi avvicino prendendo per un braccio nonna Michy, che ride come una matta coinvolgendomi a tal punto che non riesco a sollevarla. Mamma prova con nonna Raffa, ma le risate hanno un’energia più forte.
Nonna Raffa ha le lacrime agli occhi, intanto che rimane a terra con il grembiule asciuga gli occhiali che le si sono appannati.
Papi che non aveva assistito all’accaduto, inizia a ridere e cerca di capire dalle parole sbiascicate di mamma che l’altalena ha ceduto e che ci vogliono più persone per tirare su le nonne, allora
prende per un braccio nonna Michy che riesce finalmente a rimettersi in piedi, poi passa all’altra.
Ora nonna Raffa si fa seria per un attimo, poi ricomincia a ridere quando papi tenta di sollevarla.
” Jamm a no’ si no nun c’ a faccj” ( su nonna altrimenti non ci riesco)!
” 1 – 2 eeeeee 3!”
Ohhhhhhhhhhhh”
“ja”
” 1 – 2 eeeeee 3 “
“ohohohohohoh”
” ja nata vota”
“Oohohoho ahhhhhhhh ecco qua”
“Nonna ti sei fatta male”, chiedo tra le risate.
” No a nonn, teng o mazz ruoss, è cusc” ( non a nonna ho i sedere grande come un cuscino).
” Ahahah ahahahah”.

Qualcuno mi scuote prendendomi per il braccio, nonna prova a sistemarsi la sottana
qualcuno mi scuote ancora…nonna Michy recupera le fave cadute.
Qualcuno mi scuote ancora mi giro…apro gli occhi,
sono in auto:

” Raffa Tutto bene, siamo arrivati, ma che cosa hai sognato, prima che ti svegliassi stavi ridendo”
Ancora legata a quel bellissimo ricordo appena rivissuto gli rispondo:
”  Sognavo un bellissimo giorno d’estate, mi divertivo, ero a casa.!”

Un sorriso sereno sul mio viso mi avrebbe accompagnata per tutto il giorno.

Raf
Dont’ forget to smile